5 domande a… Valentina Bartolotta

Ciao Valentina, puoi presentarti ai nostri lettori con cinque parole?

Allora, ci provo! Direi gentile, sognatrice, malinconica, introversa e sorridente.

Come nasce il tuo progetto artistico?

Il mio progetto artistico, quello maggiormente definito, che si può chiamare “Margotmao” è cresciuto e si è evoluto con me quando ho deciso di dedicarmi esclusivamente all’illustrazione.
Non riesco a dare una risposta precisa poiché le mie illustrazioni nascono dalla necessità d’espressione e comunicazione, un bisogno che solo attraverso il disegno riesco a soddisfare.

Quali sono i tuoi modelli?

I miei modelli sono tanti e vari!

L’Oriente ed in particolare il Giappone hanno sempre avuto grande influenza e nomi come Hayao Miyazaki, Fuco Ueda e Ai Yazawa sono solo alcuni dei nomi che hanno tutta la mia ammirazione.
Amo follemente anche il lavoro di Audrey Kawasaki, Mark Ryden e Virginia Mori per la loro poesia e suggestione, la grazia dell’estetica e quella leggera inquietudine che ci lascia un brivido.
In generale i miei modelli spaziano in vari settori, dalla moda alla musica al mondo dei tatuaggi e a quello della natura.

Puoi spiegarci qual è stato il tuo percorso artistico?

Il mio percorso artistico non è quello tradizionale, nel senso che non ho mai studiato arte o illustrazione.
Ho studiato prima in un Liceo pedagogico e poi lingue all’università anche se in realtà mi mancano ormai da una vita sette esami per laurearmi, ma questa è tutta un’altra storia!😂
Probabilmente come per tutte le persone che amano l’arte e decidono poi di farne una professione disegno praticamente da sempre. Non appena ho potuto tenere una penna in mano ho iniziato a disegnare cerchietti perfetti in ogni dove o almeno questo è quello che dice mia madre!
Disegnare non era solo una passione ma era anche il modo di rifugiarmi nel mio mondo.
L’ho sempre fatto ma il disegno era relegato più a un hobby pensando che mai e poi mai altre persone potessero apprezzare ciò che realizzavo fino a quando ho deciso di fare almeno un tentativo e trasformare il mio “hobby” nel mio lavoro.

Quali messaggi vuoi trasmettere al tuo pubblico?

Devo per forza rispondere? Scherzo!
Parlare dei messaggi che voglio trasmettere significa parlare di me e come dicevo prima non è una cosa che mi viene bene.
Preferisco che siano le mie illustrazioni a comunicare, a fare quel click di empatia ed emozioni per cui chi guarda un mio disegno in realtà osserva me e, forse, anche se stesso.